Dopo il battesimo nel fiume Giordano troviamo Gesù in azione nella Galilea delle genti dove inizia la sua missione per coloro e con coloro che noi chiamiamo “lontani-pagani”. Dio ama anche costoro. Sembra che preferisca le coppie “scoppiate”: Adamo ed Eva, Isacco ed Ismaele, Giacobbe ed Esaù, Elkana ed Anna, Saul e David… per ri-cucire, per ri-annodare, ri-creare, ri-avviare il cammino. Egli cerca l’uomo, non lo esclude; è suo figlio; e lo chiama a collaborare. E’ sorprendente che chiama due coppie di fratelli, Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, a condividere insieme il suo progetto, nonostante le loro diversità di carattere e di visioni. Però offre loro uno squarcio di cielo: “il regno di Dio”, condizionato a una modalità di accoglienza: “la conversione”. Invita a modificare atteggiamenti e comportamenti sia riguardo il contenuto, sia riguardo la persona che lo propone. I chiamati rispondono “subito”: lasciano le reti, la barca e il loro padre, e si mettono alla sua sequela. L’adesione, libera, consapevole, responsabile e lo stare con Lui non comportano un cambiamento di mestiere, ma di destinazione. Da ora in poi saranno destinati ad essere “pescatori di uomini”. Stando con Lui si assume una nuova modalità di operare e un nuovo modo di amare; non vengono richieste nuove strategie pastorali. Se si ha il coraggio di lasciare tutto, si acquista Colui che vale sopra tutto, e dà significato a tutto. Se si ascolta la sua voce, se si accoglie la sua Parola, se si incarna la sua testimonianza, se gli si consegna la nostra password e gli si apre il cuore, Egli “subito” entra e il Regno dei cieli è vicino, e vissuti di fede saranno offerti agli uomini; così, con la sua grazia, saremo nel mondo, presenza viva del suo vangelo.