Come nel giorno di Pasqua, anche oggi la prima lettura è tratta da un discorso di Pietro, e come quello di Pasqua anche il discorso oggi appena letto, seguendo lo stesso schema, presenta la vita di Gesù in quattro momenti:
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato.
Il Vangelo oggi inizia con questa precisazione di tempo carica di un grande significato.
Sì, era il giorno dopo il sabato, dopo il grande Shabat della Pasqua annuale ebraica.
Celebriamo la Domenica delle Palme, ricordando l’ingresso del Signore a Gerusalemme prima della sua Passione. Per questo oggi si fa la solenne processione recando in mano le palme o i rami di ulivo, ma prima della processione si legge un brano del Vangelo di Matteo che ci riferisce come, facendo il suo ingresso in Gerusalemme, si compì la profezia di Zaccaria
Una meditazione sul Testamento di san Francesco
a cura di fr. Felice Cangelosi
di Mons. Giampaolo Crepaldi
La prima parte del Vangelo di Giovanni, quella che inizia subito dopo il prologo (1, 1-18) e che si conclude col capitolo 12, comunemente viene chiamata il “Libro dei segni”, perché l’evangelista vi distribuisce sette miracoli compiuti da Gesù.
Card. Mauro Piacenza
Penitenziere Maggiore
Nel cammino verso la Pasqua, dopo il tema dell’acqua viva che Gesù Cristo dona al credente in lui, la chiesa ci fa meditare sulla luce, o meglio, sull’illuminazione, azione compiuta da Gesù affinché noi vediamo e siamo strappati dalle tenebre.
Concentriamo l’attenzione sul dialogo tra Gesù e la donna samaritana, che il brano del Vangelo ci ha appena riferito. Il Prefazio di questa Domenica ci darà poi l’interpretazione esatta del racconto evangelico: l’acqua è simbolo della fede, che noi riceviamo nel Battesimo.
Mio padre era un arameo errante Così iniziava la professione di fede israelitica, riferendosi ad Abramo e chiamandolo padre non soltanto perché fondatore del popolo, ma anche soprattutto, in senso religioso, padre della fede.
CAPITOLO Vlll DELLA ELEZIONE DEL MINISTRO GENERALE Dl QUESTA FRATERNITÀ E DEL CAPITOLO Dl PENTECOSTE (PARTE II) E se talora ai ministri provinciali ed ai custodi all'unanimità sembrasse che detto ministro non fosse idoneo al servizio e alla comune utilità dei frati, i predetti frati ai quali è commessa l'elezione, siano tenuti, nel nome del Signore, ad eleggersi un altro come loro custode. Dopo il Capitolo di Pentecoste, i singoli ministri e custodi possano, se vogliono e lo credono opportuno, convocare, nello stesso anno, nei loro territori, una volta i loro frati a capitolo.