Battesimo del Signore

O Padre, il tuo unico Figlio 
si è manifestato nella nostra carne mortale, 
concedi a noi, 
che lo abbiamo conosciuto come vero uomo, 
di essere interiormente rinnovati a sua immagine

 

Gesù venne da Nazareth di Galilea (Mc 1,9).
Questa breve annotazione dell’evangelista evoca la piena umanità del Messia e le sue umili origini. Nessuno si aspettava un Messia che si sottoponesse a un battesimo di penitenza partecipando al movimento di conversione del suo popolo, manifestando concretamente profonda solidarietà con i peccatori. A ragione l’autore della Lettera agli Ebrei più tardi annoterà: “Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli” (Eb 2,17). 
Al culmine della celebrazione del Natale dovremmo essere ormai intimamente convinti, una volta per tutte, che la kenosis è la via di Dio, quella da Lui scelta e privilegiata: “Dio si è rivelato nell’umiltà della forma umana, nella condizione di servo, anzi di crocifisso (cfr Fil 2,6-8). È il paradosso cristiano. Proprio questo nascondimento costituisce la più eloquente manifestazione di Dio: l’umiltà, la povertà, la stessa ignominia della Passione ci fanno conoscere come Dio è veramente. Il volto del Figlio rivela fedelmente quello del Padre. Ecco perché il mistero del Natale è, per così dire, tutto una epifania (Benedetto XVI, Omelia del 6.1.06).

Gesù, uscendo dall’acqua, vide… lo Spirito discendere su di lui (Mc 1,10).
Nel testo originale greco i verbi sono anabáino (uscire) e katabáino (discendere). Nel NT, e soprattutto nel IV Vangelo, i due verbi vengono usati per indicare un movimento che in cielo ha il suo punto di partenza e in terra il punto di arrivo, o viceversa. Cristo è il Verbo eterno che è disceso dal cielo (katabáino) e si è fatto uomo. Al Giordano inizia il movimento inverso, quella della anabasis, e simultaneamente si realizza una katabasis: il Figlio ascende dall’acqua e su di lui discende lo Spirito: il Servo del Signore è consacrato con unzione sacerdotale, profetica e regale, affinché gli uomini riconoscano in lui il Messia, inviato a portare ai poveri il lieto annunzio (cfr. Prefazio della Messa). Avviene così la solenne investitura messianica del Cristo che lo abilita a ulteriori ascensioni sino a quando, giunta la sua “ora”, egli ascende sulla croce. Il Battesimo del Giordano è preludio del Battesimo di sangue, che Gesù riceverà sulla Croce, luogo della sua sopraesaltazione da parte del Padre.

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