Nome civile: Gaetano
Cognome: Zappalà
Luogo e data di nascita: Mascalucia 11.10.1866
Ingresso nell’Ordine: S. Marco d’Alunzio 30.11.1901
Professione temporanea: S. Marco d’Alunzio 1.12.1902
Professione perpetua: 2.2.1906
Morte: Messina 11.10.1942
Attività svolte: ebanista
Osservazioni particolari: Fra Gregorio è l’ultimo di una lunga schiera di Fratelli laici, che nel corso dei secoli hanno arricchito le Chiese e i conventi della Provincia Cappuccina di Messina con le loro opere di finissima ebanisteria. Fin da fanciullo fu applicato all’ebanisteria, in cui fece rapidi progressi, ma non poté frequentare una scuola d’arte e addestrarsi al bisogno. Dopo la Professione solenne nell’Ordine, fu sempre in movimento per i Conventi della Provincia a realizzare i suoi magnifici lavori in cui risplendono le doti e i contrassegni del genio, tutto suo e particolare. Quasi non c’è Chiesa, Sagrestia, Refettorio, Chiostro di nuova costruzione ove non si trovi l’opera di Fra Gregorio: Pulpiti, Confessionali, Altari, mense di Refettorio, Biblioteche, Armadi e tavoli da Sagrestie, ampi finestroni ed arredi che parlano della sua arte sapiente e serena. Belli i pulpiti di Catania e di Messina, ma l’opera in cui tocca l’apice il mirabile senso artistico di Fra Gregorio è la monumentale Sagrestia del Duomo di Messina. Si pensi che questo Cappuccino ebanista non conosce il disegno; e la prodigiosa sua memoria fantastica è la sola che tiene presente viva e palpitante un’opera franta in mille particolari durante l’esecuzione e l’impianto. Pochi segni con carbone sui muri, sgorbi su stracci di carta… da fare impallidire e sbalordire ingegneri e artisti. Vi lavorò, coadiuvato da altri artigiani, dal maggio del 1930 al maggio del 1934.
La meravigliosa Sagrestia fu inaugurata il 13 agosto del 1934, suscitando lo stupore degli artisti, degli esteti, dei competenti. Tutti furono unanimi nell’affermare che quel lavoro è il più bello del genere che esista in Italia. In quell’occasione l’Arcivescovo di Messina Mons. Angelo Paino donò a Fra Gregorio una medaglia d’oro, come la donò al Prof. Adolfo Romano che ne aveva curata la parte ornamentale. Fra Gregorio ricevette una medaglia d’oro al merito del lavoro anche da parte del Governo. La stampa del tempo, fra cui La Gazzetta di Messina del 15 agosto 1934, pubblicò entusiasti articoli, descrivendo l’iter del lavoro, il materiale usato, le persone coinvolte e la straordinarietà dell’opera. Ormai stanco e stressato dalla lunga tensione, Fra Gregorio trascorse gli ultimi anni della sua vita nel Convento di Messina, conducendo in serenità una vita esemplare e preparandosi all’incontro con Sorella Morte che avvenne l’11 ottobre 1942.
Fonti e Bibliografia
Descriptio localis et personalis Fratrum Minorum S. Francisci Capuccinorum. Provincia Messanensis, in APCME; Registro degli Atti della Provincia (1909-1925): Una gloria nostra, 297; GIUSTINO DA PATTI, Catalogo degli Autori cappuccini della Provincia di Messina, 1500-1900, Ms. 1938, 146-150, in APCME.
AGOSTINO DA GIARDINI, Un artista del legno: frate Gregorio da Mascalucia (1866-1942), in L’Italia francescana 45(1970)300-304; BONAVENTURA DA GANGI Fra Gregorio da Mascalucia, in Messina ieri e oggi, 1966,99-103; CARLO D’ALCARA, La sagrestia del Duomo in La Gazzetta, 15.9. 1934, p. 4; Meravigliosa opera d’arte, in La Gazzetta del 15.8.1934, p. 4; C. CHICHI, Necrologio dei religiosi della Provincia di Messina dei Frati Minori Cappuccini, Messina, 1985, 154; A. ROMANO, Cattedrale di Messina: la sagrestia artistica, in Messina ieri e oggi, 1965; 121-123; B. VILLARI, In Duomo l’ultimo esempio di tarsia di legno. Storia di una Sagrestia, in La Gazzetta del Sud, 24.8.1982, p.3.