Feliciano da Messina

Nome civile: Domenico
Cognome: Guargena (o Guarcena)
Luogo e data di nascita: Messina 1610
Morte: Messina 13.11.1673

Osservazioni particolari: Nacque da un’agiata famiglia di mercanti di seta. Secondo il biografo Susinno -  a tutt’oggi la fonte più preziosa e completa - manifestò da giovanissimo una forte vocazione religiosa e, al contempo, una spiccata inclinazione artistica. Nonostante le iniziali resistenze del padre, entrambe le propensioni finirono per essere assecondate: la prima con l’entrata nell’Ordine cappuccino, la seconda con l’apprendistato presso la bottega di Abraham Casembrot, pittore paesaggista olandese attivo nel ‘600 a Messina. Lo studio sulle incisioni tratte dalle opere di Raffaello che Feliciano riproduceva con accurati disegni è alla base di quella «divota naturalezza» che più tardi caratterizzerà la sua produzione. Dopo l’ordinazione sacerdotale trascorse un periodo fuori dalla Sicilia, soggiornando a Bologna (dove approfondì la conoscenza delle opere di Guido Reni), a Venezia e Roma, per tornare ad operare nella città natale, in seno all’Ordine, con un ricco e vario bagaglio culturale che gli permise di vivificare il moderato classicismo di fondo attingendo via via a filoni artistici diversi. Un’intonazione dichiaratamente reniana si coglieva, a detta del Susinno, nella tela visibile in uno dei chiostri del Convento di Messina, raffigurante La Madonna che porge il Bambino a san Felice, replica del dipinto già eseguito dallo stesso Feliciano per Giovan Battista Grosso, un devoto frequentatore del convento. Tra le mura del cenobio praticò tra l’altro una tecnica di pittura ad olio su muro particolarmente efficace e duratura poiché basata sulla preparazione del supporto con una «una mistura di pece greca e mastice», stesa a caldo, che risultava inattaccabile dall’umidità. Con questo procedimento (imitato in seguito da altri Cappuccini) eseguì sulle pareti contigue di una scala del Convento un San Francesco nell’atto di ricevere le stigmate con un ammirevole sfondo paesaggistico e, nella scala dell’infermeria, un Angelo custode
Era particolarmente abile nella resa realistica dei brani di natura morta e si cimentava nella ritrattistica immortalando le sembianze dei confratelli in una serie di ritratti distribuiti nei corridoi e in vari altri locali del convento. Come P. Umile da Messina era solito praticare l’arte della copia. Molto apprezzate furono la riproduzione di un San Michele del Reni e una Sacra Famiglia con San Francesco che replicava, con piccole varianti, un dipinto di Pietro Novelli. Quest’ultima, realizzata per l’ingresso dell’infermeria del Convento di Messina, è identificabile probabilmente con la perduta Madonna degli agonizzanti visibile nell’Ottocento nel portico della chiesa, opera celebrata dalle fonti che procurò al religioso l’appellativo di “Raffaello dei cappuccini”.
Il terremoto del 1908 cancellò ogni traccia della sua attività messinese. Opere firmate e datate di P. Feliciano si conservano invece in altre chiese della Provincia cappuccina messinese: a Barcellona Pozzo di Gotto è la Sacra Famiglia con San Giovannino (detta Madonna dei garofani) del 1666; al 1670 risalgono invece la Madonna della Speranza di Catania e L’apparizione della Madonna col Bambino a San felice da Cantalice di Mistretta.
A Feliciano sono inoltre attribuibili su basi stilistiche una tela con La Madonna col Bambino e i santi Francesco e Chiara proveniente dalla chiesa dei Cappuccini di Savoca (oggi nel Museo «Frate Gian Maria da Tusa» di Gibilmanna) e un Ecce Homo del convento di Patti eseguito ad olio su lavagna (attualmente nella Biblioteca Provinciale dei Cappuccini di Messina). [Profilo preparato da: Stefania LANUZZA, Storica dell’Arte].

Fonti e Bibliografia

GIUSTINO DA PATTI, Catalogo degli Autori cappuccini della Provincia di Messina, 1500-1900, Ms. 1938, 4bis in APCME; GIUSTINO DA PATTI, Questioni bizantine, XIXa, 102-110, Ms. in APCME.
Lex. cap., 571-572; G. BARBERA, s. v. Feliciano da Messina, in Dizionario Biografico degli Italiani, 46, Roma 1996, pp. 82-83;   BONAVENTURA DA GANGI, Tre artisti cappuccini del ‘600, in «Messina ieri oggi», 1, 1964, pp.75-77;  S. CALÌ, Frate Feliciano da Messina, il Raffaello dei Cappuccini, Catania 1968; C. CHICHI, Necrologio dei religiosi della Provincia di Messina dei Frati Minori Cappuccini, Messina, 1985, 168; C. CIOLINO, Guargena Domenico,  in Dizionario degli Artisti Siciliani, II, Pittura, 246, Palermo, 1993; A. GALLO, Parte prima delle notizie di pittori e musaicisti siciliani ed esteri che operarono in Sicilia (Ms. XV.H.18), Palermo, 2003, 115-116; G. GROSSO CACOPARDO, Memorie dei pittori messinesi, 155-156; F. HACKERT – G. GRANO, Memorie de’ pittori messinesi, [1792] Premessa e note di G. Molonia, Presentazione di F. Campagna Cicala, Messina 2000, pp. 97-99; F. SUSINNO, Le vite de’ pittori messinesi, (ms. 1724), ed. a cura di V. Martinelli, Firenze 1960, pp. 170-172.

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