Anno di fondazione cappuccina: 1627
Anno di costruzione: 1627.
Anno di soppressione civile: 1866.
Titolo: San Francesco d’Assisi
Storia: Originariamente il Convento era di proprietà dei Conventuali Riformati di Messina, col titolo di S. Cecilia e la chiesa dedicata a S. Giovanni Battista. Soppressi da Urbano VIII i Conventuali Riformati, i Cappuccini ottennero dal Papa, con Breve del 20.10.1626, il loro convento di Rocca già chiuso, e vi si installarono il 24.2.1627, col consenso del Marchese D. Andrea Valdina, che ricostruì Chiesa e convento a sue spese.
Dopo la soppressione del 1866 il convento non fu più riacquistato. Nel 1885 fu venduto al Sig. Mariano Visalli, che nel 1897 lo vendette al Comune di Roccavaldina. Con il terremoto del 1908 la parte nord del Convento venne distrutta e rimase sola la Chiesa con la stanza del Rettore. Oggi di quello splendido edificio, luogo di cultura e spiritualità, rimane solo una parte del bellissimo chiostro e l’annessa Chiesa conventuale dall’architettura essenziale. Recentemente quello che è rimasto dell’antico convento, è stato sottoposto a lavori di restauro finalizzati al recupero del suo antico splendore, mentre l’area circostante è stata adibita a verde pubblico e attrezzata con strutture per il tempo libero, nel pieno rispetto della tipologia originale del luogo.
Fonti e Bibliografia
Bull. Cap. II, 439; IX, 152; Analecta Cap. 1 (1884-85) 188; Lex. cap., 215; BONAVENTURA SEMINARA DA TROINA, Breve ma certa veridica notizia, 2020, 186-189; ANDREA da Paternò, Notizie storiche, I, LVI-LVII; COMUNE DI ROCCAVALDINA, Roccavaldina Città d’Arte, s. n. t.; S. CUCINOTTA, Sicilia e Siciliani, 594; FILIPPO DA FIRENZE, Fondazioni de’ Conventi, II, 97, in Archivio provinciale dei Cappuccini di Firenze; GIUSTINO DA PATTI, Cenni storici sui Conventi cappuccini della Provincia messinese. Frati, Scrittori e opere, Dattiloscritto in APCME; F. Ioli, Roccavaldina, Torino, 1972; MANGANARO Mario (a cura) Complessi religiosi nella Provincia di Messina. Rilevamenti. Messina, Sicania, 2005; MARIANO D’ALATRI (ed.), Inchiesta 1650, III, 42.