Acireale







 


Anno di fondazione:
1574.
Anno di soppressione civile: 1866
Titolo: Santa Maria degli Angeli

Storia:  I Frati Cappuccini nel 1574  ottennero di poter iniziare la loro presenza ad Acireale, alla periferia della Città in un posto incantevole. Venne stipulato l’atto di proprietà del terreno presso il Notaio Vincenzo Santangelo, in data 8 ottobre 1574, ove poter iniziare la costruzione della  Chiesa. Iniziarono i lavori, nel frattempo il Marchese Gravina di Francofonte dona ai Frati due modesti casolari, in cui i Frati vivono sino al completamento della fabbrica della Chiesa e del Convento. Nel Capitolo provinciale del 1626 si determinò di ampliare il convento, la chiesa: lavori che si protrassero sino al 1640. I Frati già nel 1587 aprono una scuola per l’educazione della gioventù. Successivamente il Convento diviene luogo di formazione per i giovani dell’Ordine. Il convento subì una eruzione  lavica dell’Etna nel 1669 e nel 1693 il devastante terremoto, che interessò, tutta la Sicilia Orientale,  e che coinvolse la Chiesa e il Convento.  
Nel  1754, l’8 giugno,  P. Costantino da Acireale espose su l’Altare, a Lei dedicato, la Madonna Bambina, fusa a Messina su disegno di Pier Paolo Vasta e dallo stesso dipinta in viso.
La Chiesa, inizialmente ad una sola navata, nel 1800 si è aggiunta l’entrata laterale e le due cappelle. Queste cappelle inizialmente avevano l’ingresso dalla chiesa, quindi non esistevano i due altari. In seguito sono stati chiusi gli ingressi e gli altari sono stati spostati alla parete. Oggi le due cappelle sono state trasformate in quella del SS. Sacramento, e nella sagrestia. La sagrestia inizialmente era sulla sinistra, dove c’erano gli uffici comunali, ed era chiusa da una  porta, che ancora oggi si nota accanto all’altare centrale e l’ingresso non esisteva, perché era una sala di passaggio che portava al convento.
Nel 1840 si intervenne sulle cripte della Chiesa.
Il 23 novembre 1866 l’avvocato Pietro Garofalo, per conto del Municipio, prese possesso del Convento, avvenuto il 28 del medesimo mese.
IL 23 dicembre 1866 il Convento e il terreno furono concessi in uso al Comizio agrario per l’utilità e l’incremento dell’agricoltura e per la selezione dei vitigni pregiati; nel 1880, al Comizio agrario, si aggiunge la Società Operaia di Mutuo Soccorso dei Fratelli Sardella che produceva sedie impagliate; successivamente i locali, liberati dalla Ditta Sardella, ospitano le scuole elementari. Nel 1894 il Convento ospita temporaneamente, i frati minori di S. Biagio. Fu pure Lazzaretto (nel 1910) e dormitorio pubblico (fino al 1972) e sede del dispensario TBC e della CRI. Dal 1983 il Convento ospita uffici comunali. La Chiesa è stata istituita parrocchia il 4.10.1966. Da notare che, nonostante la soppressione del Convento, i Frati continuarono ad essere presenti ad Acireale, sia attraverso il Rettorato della Chiesa, come anche con la presenza di altri frati, che facevano residenza, anche se non conosciuti, nei locali del Convento. L’ultimo frate, rettore della Chiesa, Fr. Giuseppe da Acireale (Cavazza), muore nel 1908. La ricca Biblioteca del Convento, insieme con i Manoscritti, entrò a far parte del patrimonio librario della Biblioteca Zelantea.
I quadri della Chiesa sono stati restaurati negli anni ‘80 da Angelo Cristaudo, quello centrale agli inizi degli anni ‘80 da Giovanni Nicolosi. 
    Nel 1909 vennero eseguiti lavori di restauro della chiesa dal Cappellano Rettore del tempo con l’ausilio di una somma di lire 1.000 da parte del Sindaco di Acireale. Intanto il convento, in stato di abbandono e gravemente danneggiato dai bombardamenti del ‘43, veniva adibito a dormitorio per 12 famiglie povere con prole. Tale destinazione fu conservata fino al 1972. Il convento fu anche sede del corpo bandistico cittadino.
Dal 1967 fino alla fine degli anni Settanta alcuni locali furono sede della Croce Rossa Italiana. Ospitarono anche un’associazione umanitaria fino al 1981.
Nel 1980 furono avviati per tre anni lavori di recupero e restauro del convento che versava in stato di abbandono specie al piano superiore. In seguito a tale recupero la struttura veniva adibita ad uffici comunali. Anche la chiesa, divenuta nel frattempo parrocchia, veniva curata con restauri degli altari in legno, delle preziose tele, dei pochi parati e arredi scampati, delle cripte e del pavimento in cotto.

Arte: La chiesa è ricca di opere d’arti eseguite dai rinomati pittori Acesi:  Giacinto Platania (1612-1691) le cui spoglie riposano all’interno della stessa Chiesa: Maria SS.ma con i Santi Caterina d’Alessandria, Francesco d’Assisi, Chiara, Domenico, Venera ( del 1661); Giovanni Lo Coco (1667-1721) allievo del Platania, autore di un dipinto della natività che si trova dietro l’altare maggiore; Pietro Paolo Vasta (1697-1760) autore dei dipinti che si trovano nell’altare di fronte all’ingresso laterale della Chiesa: Maria Bambina, S. Anna, S. Gioacchino e Dio Padre, Alessandro Vasta (1724-1793): Quadro con i Santi Lorenzo da Brindisi, Fedele da Sigmaringen, Giuseppe da Leonessa; Santi Francesco Serafino da Montegranaro e Maria SS.ma; S. Antonio con Maria SS.ma e Felice da Cantalice;  Emanuele Grasso (1789-1853): affresco della botte del presbiterio. Alcune opere d’arti sono state trasferite alla Biblioteca Zelantea.

Fonti e Bibliografia

Bullarium Cap.,  III, 323;  Lex. Cap., 5; BONAVENTURA DA TROINA, Breve ma certa veridica notizia, 2020, 130-137; ANDREA DA PATERNÒ, Notizie storiche, I, XLI-XLII; FILIPPO DA FIRENZE, Relazione dello Stato di tutti i Conventi i conventi cappuccini d’Italia, II, 58, Ms. in Archivio provinciale dei Cappuccini di Firenze; F. FIORE (ed.), Elenco dei Manoscritti di provenienza Cappuccina che si trovano nella Biblioteca Zelantea di Acireale, in Bollettino Ufficiale della Provincia  di Messina dei Frati Minori Cappuccini, 60(1995) 122-130; GIUSTINO DA PATTI, Cenni storici sui Conventi cappuccini della Provincia messinese. Frati, Scrittori e opere, Dattiloscritto in APCME; GIUSTINO  DA PATTI, Questioni bizantine, XIV, 72-76, Dattiloscritto in APCME; A. GRASSI, Le ammirande notizie della patria di S. Venera, Messina, 1665; A. GRASSI,  Compendio dell’Ammirande Notizie della Patria, Vita, e Trionfi della Gloriosa Predicatrice S. Venera, Catania 1687;  A. GRASSO – K. TROVATO, Acireale e i PP. Cappuccini. Acireale 1994 (in quest’opera viene pubblicata molto documentazione inedita riguardante i Cappuccini di Acireale che si trova nell’Archivio Storico Comunale di Acireale [= ASCA];  MARIANO D’ALATRI (ed.), Inchiesta 1650, III, 22; RAIMONDO DA CASTELBUONO, Nel quarto centenario della fondazione del Convento dei Cappuccini di Acireale,in Memorie e Rendiconti dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale  5(1975), 125-158;  V. RACITI ROMEO, Guida di Acireale, Acireale 1977;  S. RIZZO, Guida monumentale e storica di Acireale, Acireale, 1977; L. VIGO,  Notizie storiche della Città di Aci-Reale, Palermo, 1836 Rist. an. Acireale, 1977; L. VIGO,  Relazione generale dei lavori dell’Accademia di scienze, lettere ed arti degli Zelanti, Messina, 1841 [rist. an. Acireale, 1977]

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