Vincenzo da Catania

Nome civile: Gioacchino
Cognome: Bruno
Luogo e data di nascita: Palermo 15.6.1805
Ingresso nell’Ordine: S. Marco d’Alunzio 1829
Professione perpetua: 25 marzo 1831
Morte: Messina 12.3.1890
Attività svolte: Scultore – intagliatore – architetto – arti meccaniche

Osservazioni particolari: Giovanetto si trasferì con la famiglia a Catania. Nel 1826 entrò fra i Cappuccini di Catania come oblato. Ingegno duttile, vivace, elastico, fu scultore, pittore, intagliatore, fonditore, architetto, versatissimo nelle arti meccaniche. Tralasciamo le sue opere d’intarsiatura nelle Chiese dei Conventi di Catania, Paternò, Castelbuono, Nicosia, Mistretta e altrove, e ad altre opere di pittura, muratura, ecc. per ricordare solamente la sua intelligente abilità d’architetto dimostrata nella difficile riparazione del Campanile di Pedara (CT) e della Cupola di S. Biagio in S. Antonio (CT). Sbalordì tutti i maggiori architetti d’allora quando riparò arditamente la Cupola della Chiesa dei Padri Minoriti, in Catania, mentre gli Ingegneri ne volevano la demolizione. E basterebbe poi la storia del prospetto della Chiesa di S. Nicolò l’Arena dei Padri Benedettini, sempre in Catania, il cui disegno fu approvato dal Collegio degli Architetti di Napoli. Fu scelto a Mistretta come architetto per fare il progetto dei Cimiteri di tutti i Comuni del Distretto, e per rilevare la difficile pianta della Città di Mistretta per il catasto fondiario. Presso l’Archivio generale dell’Ordine dei Cappuccini di Roma si trova la Pianta del Convento dei PP. Cappuccini della Città di Mistretta eseguita nel 1850. Trovò un nuovo metodo d’intarsiatura, e la tintura del legno in vari colori, che applicò positivamente nello splendido Altare di S. Michele. Diede alla luce il Nuovo metodo di colorire le intarsiature, e di facilitarne il traforo da applicarsi allo stile Rocaille oggi in modo per uso dei mobili. Fu religioso esemplare e caro a tutti; e spesso era adibito dalla pubblica autorità civile e militare. Eseguì le seguenti opere: la balaustra del Sancta Sanctorum con due annessi confessionali laterali, eseguiti da giovane ancora oblato nel Convento della Speranza di Catania. Queste opere nel 1920 furono trasferite a Graniti (ME) nella Chiesa delle Suore Cappuccine del S. Cuore. Lo splendido altare di S. Michele oggi si trova nel Convento dei Cappuccini di Messina. È opera di fra Vincenzo Bruno anche l’altare Maggiore della Chiesa dei Cappuccini di Castelbuono, cominciato l’anno dopo del suo Noviziato e finito nel 1833. 

Pubblicazioni (anche artistiche): 
- libri: Nuovo metodo di colorire le intarsiature, e di facilitarne il traforo da applicarsi allo stile Rocaille oggi in modo per uso dei mobili, Catania, 1846. 

Fonti e Bibliografia

COSTANTINO DA CERAMI, Notizie Storiche dei Frati Minori Cappuccini di Messina. Raccolta di Cenni Storici dei Conventi, degli Artisti Cappuccini della Provincia. Ms. in APCME; GIUSTINO DA PATTI, Catalogo degli Autori cappuccini della Provincia di Messina, 1500-1900, Ms. 1938, 10-12, in APCME; AGO, Sez. V, Mistretta.
C. CHICHI, Necrologio dei religiosi della Provincia di Messina dei Frati Minori Cappuccini, Messina, 1985, 475; S. PAGLIARO-BORDONE, Mistretta antica e moderna, 2 voll. 1902-1904; GIUSEPPE DA LINGUAGLOSSA I Cappuccini in Linguaglossa, Catania 1931.