Randazzo

Anno di fondazione cappuccina: 
1544 (1° Convento); 1600 (2° Convento).
Anno di soppressione civile: 1866 
Riapertura: 1892
Titolo: Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo

Storia:  Il primo Convento fu fondato nel 1544,  sulla strada che portava a Maniace. Rovinato da una frana nel 1600, fu costruito davanti alla Porta di S. Martino su un terreno comprato il 20.5.1600. L’8 settembre del medesimo anno fu piantata solennemente la Croce.  Per la costruzione i Giurati elargirono onze 100 e successivamente altri contributi per il sostegno dei frati. I frati vi abitarono dal 24 giugno 1607. I lavori del Convento e della Chiesa furono finiti nel 1610. Con la soppressione degli Ordini religiosi del 1866, qualche Frate rimase per il servizio della Chiesa, mentre il Convento fu adibito a Ricovero di Mendicità e Lazzaretto. Nel 1873 Don Giuseppe Fisauli Piccione, grande benefattore dei Cappuccini,  comprò l’orto e successivamente il Convento, che donò ai Frati, così che questi  nel 1892, poterono dare inizio ad una fraternità canonicamente eretta. Fu, nel corso dei secoli, luogo di Noviziato e di Studio. Nel 1909 fu ingrandita la Chiesa. Nel 1912, con l’aggiunta di un nuovo fabbricato si ebbe il Colleggetto Serafico della Provincia che poi venne ingrandito per farvi il Seminario Serafico. Negli anni 1952-1955, il Convento e la Chiesa sono stati abbattutti e ricostruiti. Nel 1980 non viene più costituita la fraternità stabile ed è la Fraternità di Bronte a curare un minimo di presenza a Randazzo. Negli anni 1987-1993 i locali vengono, con comodato gratuito, messi a disposizione della Comunità Incontro di D. Gelmini, che dopo alcuni anni lascia. Il 4 ottobre 2000, una parte dei locali viene ceduto per dieci anni, con comodato gratuito, all’Associazione Giovanni XXIII di D. Benzi per una Casa Famiglia. Nel 2018 tutto l’immobile, esclusa la Chiesa, è stato alienato. 

Arte: La trasfigurazione di Gesù di Giovanni Lanfranco da Parma (1581-1647), discepolo del Carracci, dipinto nel 1612 e donato ai Frati Cappuccini, per la Chiesa del secondo Convento, dal Principe di Spadafora allora Barone di Maletto.

Fonti e Bibliografia

Bull. Cap. III, 323; Lex. cap., 1443; BONAVENTURA SEMINARA DA TROINA, Breve ma certa veridica notizia, 2020, 78-81; ANDREA da Paternò, Notizie storiche, I, XLIV; FILIPPO DA FIRENZE, Fondazioni de' Conventi, II, 95, in Archivio provinciale dei Cappuccini di Firenze; F. FIORE- G. LIPARI, Catalogo delle edizioni del XVII secolo. I.  La Biblioteca provinciale di Messina, Messina, 2003, 3 v.; GIUSTINO DA PATTI, Cenni storici sui Conventi cappuccini della Provincia messinese. Frati, Scrittori e opere, Dattiloscritto in APCME; ST. LANUZZA, Nuove considerazioni sulla Trasfigurazione del Lanfranco a Randazzo, in Ottant’anni di un Maestro. Omaggio a Ferdinando Bologna, [Napoli], 2006; ST. LANUZZA, Su un dipinto siciliano di Lanfranco, in Scritti di storia dell’Arte in onore di Teresa Pugliatti, a cura di G. Bongiovanni, Roma, 2007, pp. 87-92; G. LIPARI, Incunaboli e cinquecentine della Provincia dei Cappuccini di Messina, Messina, [1995], 2 v.; LUIGI DA RANDAZZO, Randazzo e i suoi Conventi Cappuccini, 1946, 104-113. Dattiloscritto in APCM; MARIANO D’ALATRI (ed.), Inchiesta 1650, 41; D. VENTURA, Randazzo e il suo territorio tra medioevo e prima età moderna, Caltanissetta 1991.

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