XXII CORSO DI FORMAZIONE ANIMATORI PGV – FRASCATI 4-7 NOVEMBRE 2019

“Esserci, comunicare, fare casa”: questa la tematica del XXII Corso di formazione nazionale svoltosi nel nostro convento di Frascati dal 4 al 7 novembre 2019 e rivolto ai frati animatori e responsabili della Pastorale Giovanile Vocazionale delle singole Province cappuccine italiane che ha visto la presenza di quasi trenta tra frati e suore impegnati in questo delicato servizio. Il tema prende le mosse dalle recenti Linee progettuali che la Chiesa italiana ha elaborato a conclusione del cammino che ha visto la celebrazione del recente Sinodo dedicato ai giovani nell’ottobre del 2018. Il punto di partenza è stato, il primo giorno, la Parola di Dio grazie al contributo prezioso della DOTT.ssa Rosaria Lisi, psicologa e biblista presso lo Studio teologico di Catania e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. In particolar modo l’analisi proposta volgeva lo sguardo da una parte a quegli episodi legati ai giovani nei Vangeli (ad esempio la resurrezione della figlia di Giairo o del figlio della vedova di Naim come anche il giovane ricco o la figlia di Erodiade solo per citarne alcuni) e dall’altra allo stile comunicativo con il quale Gesù si rapporta a loro, fatto di coinvolgimento tra corpo, parole e silenzi per favorire ora l’apertura alla fede ora l’apertura alla vita senza mai scendere a compromessi o cercare di trattenere il giovane ma ponendo come base la fiducia e la libertà, tenendo presente anche la non riuscita e l’apparente fallimento. Il tutto si è concluso, dopo un lavoro di gruppo, focalizzando l’attenzione sul fascino e le fatiche nell’accompagnamento dei giovani attraverso l’icona dei discepoli di Emmaus. Il secondo giorno ha visto due contributi sempre legati al tema dei giovani: uno la mattina e l’altro il pomeriggio. Innanzitutto il vescovo cappuccino mons. Paolo Martinelli, ausiliare di Milano, che ha introdotto alcune linee utili a tracciare una possibile teologia della Christus Vivit, documento frutto del lavoro sinodale sui giovani la fede e il discernimento, sottolineando come il Papa parla di un cambiamento d’epoca dove bisogna ritrovare  paradigmi e modalità nuove per stare lì dove stanno i giovani sia fisicamente che virtualmente e per poter offrire loro la giovinezza di Cristo e della Chiesa tramite una pastorale giovanile che diventi popolare e sinodale partendo dal presupposto che la vita stessa è vocazione che di per sé interroga il giovane verso una scelta. Nel pomeriggio, infine, don Michele Falabretti, responsabile del servizio nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI, ha presentato le dieci parole riguardanti educatori, giovani e comunità che costituiscono le Linee guida per la Pastorale Giovanile Italiana dal titolo: “Dare Casa al Futuro”, ovvero saper-fare, esserci, comunicare, aprire luoghi, per comprendere come si è chiamati, responsabili, unici creando una comunità che porti alla comunione, all’annuncio e alla diaconia. Tanti sono stati gli spunti interessanti ma comune è stata la consapevolezza che, in questo tempo, bisogna, come Chiesa italiana e come Ordine cappuccino, chiedere al Signore la grazia di avere, come affermato nel sottotitolo del Corso tratto dalle Linee progettuali, “il coraggio di riconoscere le strade da percorrere” incerti di noi ma sicuri di Lui che abita la nostra storia.

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